martedì 28 febbraio 2012

Blogginglawyer: un esordio

"Un vero gentiluomo non passa ore a scegliere un outfit: va a colpo sicuro tra stampelle e cassetti ordinati."

Avete presente il film "American Gigolo"? Il protagonista passa un tempo indefinito a fare abbinamenti e a scegliere l'outfit da indossare, tra continui ripensamenti. Riguardiamocelo.


Secondo i parametri dell'epoca -siamo a inizio degli anni '80- il film doveva rappresentare una sorta di icona modaiola. Invero, visto oggi, il look di Richard Gere appare tutt'altro che cool, anzi: le scelte stilistiche rivelano una certa mancanza di buon gusto. Occorre osservare come gli anni '80 abbiano rappresentato un forte punto di rottura rispetto ai gusti in tema di moda degli anni passati: sono stati anni caratterizzati da un edonismo sfrenato, dal disimpegno culturale e politico, dalla ricerca dell'apparenza a ogni costo, specie a discapito della sostanza. 
Il risultato è stato, a mio modesto modo di vedere, un preoccupante calo dello stile: stile e sostanza stanno e cadono insieme. Ma commentiamo le scelte dell'oufit da parte del protagonista del video. Se non ricordo male i costumi del film sono stati curati da Armani in persona; e si vede, oserei dire (se avrete voglia di continuare a leggere il mio blog, scoprirete che non ho molta stima di Re Giorgio e degli stilisti italiani più "di grido" come D&G etc.). 
Premetto che non amo il taglio dei pantaloni, delle camicie e delle giacche dell'epoca, tendente a mortificare la fisicità dell'uomo in favore di una vestibilità ampia: analizziamo quindi i dettagli prescindendo da questo elemento. 

Colori delle camicie: orribili è dire poco. Un gentiluomo parte sempre dalla camicia bianca, passa per quella celeste/azzurro chiaro per avventurarsi in rigati fini e quadrettati discreti. Camicie verdi, marron, beige etc. sono un pugno in un occhio. 

Colori degli abiti: si vedono dei colori chiari tipicamente estivi, da usare -con accortezza- in contesti informali. Che fine hanno fatto i completi grigi e blu che dovrebbero abbondare nell'armadio di un gentiluomo che si rispetti? Chi ha scelto, poi, una giacca color mattone? Non è dato saperlo. 

Accostamenti camicie-cravatte: a mio avviso sbagliati, perché il protagonista tende a abbinare colori e tonalità tra loro troppo simili. La cravatta deve essere intonata e staccare rispetto alla camicia. Se non staccasse, non avrebbe molto senso indossarla, specie in un contesto che tende al casual. 

Abbinamento tra pantalone e camicia: sbagliato, per il mio modo di vedere. I colori sono troppo simili. 

Spezzato indossato dal protagonista: forse unico elemento accettabile. A una giacca chiara, infatti, vengono correttamente accostati dei pantaloni più scuri -anche se non troppo più scuri: si potrebbe quindi obiettare che non "spezzano" abbastanza-. Sul cosiddetto spezzato ci sono molte scuole di pensiero, io lo uso con molta parsimonia e per lo più in un contesto estivo e tendente al casual. 

Il film è ambientato a Los Angeles, città dal clima simile a quello del sud del Mediterraneo. Il protagonista, tuttavia, usa una cravatta tagliata di lana: mi pare una scelta azzardata che stride con la latitudine. Supponiamo, allora, che la scena sia ambientata nel mite inverno californiano: l'errore sarebbe, invece, quello di scegliere colori troppo chiari. Delle due l'una, allora: o si scelgono capi estivi -con colori estivi- o si scelgono accessori invernali. La commistione tra elementi fa pensare a un poco riuscito -e indigesto- minestrone. 

E voi cosa ne pensate? Ditemi la vostra. 

4 commenti:

  1. Completamente d'accordo.
    Interessante soprattutto l'analisi filosofica-guardarobica di quegli anni.

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  2. Mi ha fatto molto sorridere il tuo post. Sono talmente dentro nel cliché della donna che fa gli abbinamenti e non ho mai pensato che possa essere un rovello dell'uomo. Ma, dimenticavo: siamo nell'era d'oro dell'uomo narciso. Ca va sans dire che anche la nuance della cravatta intonata alla camicia e alla giacca è d'obbligo. A richard io perdono tutto e sempre. La classe la porta dentro. Per gli altri...possiamo discuterne.

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    1. A mio avviso non è narcisismo, è solo cura della propria persona, tanto che critico l'edonismo anni '80, che alla componente narcisistica ha aggiunto un calo del buon gusto (che mai è narcisismo, a mio avviso).

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  3. Ciao! Ora ti seguo!
    Seguimi anche tu sul mio nuovo blog!! XoXo Pon Lee

    http://ponleesblog.blogspot.it/

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